venerdì 23 ottobre 2015

RADON


Che cos’è?
I radon è un gas nobile radioattivo incolore ed inodore

Quali sono le fonti del Radon?
la principale fonte di radon è il suolo  ( soprattutto di origine vulcanica) ma anche l’utilizzo di determinate lave, tufi, pozzolane e di alcuni graniti nella costruzione o nei rivestimenti interni, può contribuire ad incrementare la concentrazione di radon indoor.

Come si diffonde nelle abitazioni e/o luoghi di lavoro?
Una delle cause principali per la quale aria ricca di radon affluisce dal suolo verso l’interno degli edifici è la depressione che si viene a creare tra i locali ed il suolo, in conseguenza della differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’edificio. Più pronunciata è questa differenza, maggiore sarà la depressione all’interno della casa o dell’ambiente di lavoro.
Nel periodo invernale siccome  la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno è maggiore, la quantità di radon tende ad aumentare nelle abitazioni.

Quali sono gli effetti sulla salute ?
Sulla base di numerosi studi epidemiologici il radon è stato classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), , come cancerogeno per l’uomo. Oggi il radon è considerato la principale causa di morte per tumore ai polmoni dopo il fumo di tabacco.

Il radon  essendo un gas, dopo che è stato inalato,  facilmente viene eliminato attraverso l’espirazione  senza avere il tempo di decadere ( emettere radiazioni)  . Per tale motivo non è tanto il radon ad essere pericoloso per la salute ma i sui “figli”. 
Infatti  i  prodotti del decadimento del radon , legandosi alla polvere, al fumo o al vapore acqueo,  si depositano facilmente sulle pareti dei bronchi e dei polmoni,  quando decadono emettono radiazioni ionizzanti che possono  danneggiare il DNA delle cellule.

La maggior parte dei danni al DNA viene riparata da appositi meccanismi cellulari, ma alcuni di essi possono persistere e con il tempo svilupparsi in un tumore polmonare 
Essendo il Radon un cancerogeno non è possibile fissare una dose soglia oltre la quale si sviluppa la neoplasia  ma all'aumento della dose assorbita e del tempo di esposizione aumenta la probabilità di comparsa del tumore.

Quanto aumenta il rischio di tumore polmonare a causa dell’esposizione al radon ?

Il rischio aumenta proporzionalmente alla concentrazione di radon e alla durata dell’esposizione. Per persone esposte al radon per circa 30 anni, l’analisi degli studi epidemiologici effettuati in 11 Paesi Europei, tra cui l’Italia, ha evidenziato un aumento di rischio di circa il 16% ogni 100 Bq/m3 di concentrazione di radon. La gran parte della popolazione italiana è esposta ad una concentrazione media di radon inferiore a 100 Bq/m3.

Nelle abitazioni: la raccomandazione pubblicata nel 1990 dalla Commissione Europea 90/143 raccomandava un livello di riferimento di 400 Bq/metro cubo per le abitazioni. L’Italia, a differenza di diversi altri Paesi europei, non ha recepito questa raccomandazione, né adottato altra norma specifica per il radon. A seguito dei risultati dei numerosi studi epidemiologici effettuati negli ultimi 20 anni e della conseguente rivalutazione del rischio di tumore polmonare associato all'esposizione al radon nelle abitazioni, nel 2009 l'Oms ha pubblicato il rapporto WHO Handbook on Indoor  RADON, nel quale si raccomanda che i Paesi adottino possibilmente un livello di riferimento di 100 Bq/metro cubo o comunque non superiore a 300 Bq/metro cubo. In particolare, per quanto riguarda l’Europa, un livello di riferimento non superiore 300 Bq/metro cubo sarà adottato il 6 Febbraio 2018 grazie al recepimento della nuova  direttiva europea in materia di radioprotezione pubblicata nel Dicembre 2013
Quale interazione tra il Radon e il  Fumo di sigaretta ?

Studi epidemiologici hanno dimostrato che  il rischio di tumore polmonare è molto più alto (circa 25 volte) per i fumatori rispetto ai non fumatori.
Da una stima di rischio esteso a tutta la vita effettuata per gli Stati Uniti, alla concentrazione di:
  • 75 Becquerel per metro cubo: si stima che 15 fumatori su mille contrarranno un tumore al polmone contro uno solo su mille non fumatori. Questo vuol dire che un fumatore, a questa concentrazione, corre un rischio doppio rispetto a quello di morire in un incidente d’auto (in USA);
  • circa 150 Bequerel per metro cubo: si stima che 29 fumatori su mille e 2 non fumatori su mille non fumatori contrarranno un tumore al polmone. Il rischio per un fumatore è, in questo caso, 100 volte superiore a quello di morire in un incidente aereo (in USA);
  • circa 300 Bequerel per metro cubo: si stima che 57 fumatori su mille e 3 non fumatori su mille non fumatori contrarranno un tumore al polmone;
  • circa 400 Bequerel per metro cubo: si stima che 71 fumatori su mille e 4 non fumatori su mille non fumatori contrarranno un tumore al polmone.
NORMATIVA LUOGHI DI LAVORO

In Italia la regolamentazione dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro è stata introdotta all’inizio del 2001 con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 241/00, che ha recepito la Direttiva 96/29/Euratom, modificando e integrando il DLgs 230/95.
Tale norma prevede la misura della concentrazione di radon in tutti i locali di lavoro posti in sotterraneo, seminterrati, o addetti alle  attività termali con presenza di radon. Inoltre la valutazione del radon deve essere effettuata  nei locali di lavoro (posti a qualunque piano) situati in aree geografiche ove il rischio da radon è più elevato.

La normativa italiana ha stabilito come soglia un valore di concentrazione media annua pari a 300 Bq/m3 per l´esposizione al gas radon negli ambienti di lavoro. Se tale livello di azione è superato  il datore di lavoro deve mettere in atto azioni di rimedio per ridurre la concentrazione di radon, e procedere a verificare l’efficacia dell’intervento con una nuova misura di durata annuale, il tutto entro 3 anni dalla prima misura. Le azioni di rimedio non sono dovute se il datore di lavoro dimostra che non viene superata la dose di 3 mSv/anno ai lavoratori, dose da valutarsi tenendo conto del tempo di permanenza nell’ambiente di lavoro. 
Ove, nonostante l'adozione di azioni di rimedio, le grandezze misurate risultino ancora superiori al livello prescritto, l'esercente adotta i provvedimenti previsti dal capo VIII  ( Tra i vari provvedimenti è obbligatoria la SORVEGLIANZA MEDICA), fintanto che ulteriori azioni di rimedio non riducano le grandezze misurate al di sotto del predetto livello di azione, tenendo conto del principio di ottimizzazione

Nelle scuole, se la concentrazione di radon supera 500 Bq/m3, non è prevista la valutazione della dose, è necessario procedere alla riduzione della concentrazione.
Al fine di valutare la dose e l’individuazione delle misure da adottare il datore di lavoro deve avvalersi di un esperto qualificato.


Oltre alla normativa specifica  a parere dello scrivente una valutazione del rischio radon deve essere effettuata anche nelle  aree geografiche  a rischio radon  non ancora identificate dalle regioni, ma che  dai dati di letteratura si evince  che in quella zona è possibile riscontare la presenza di radon superiore alla media nazionale e che ricorrono  le seguenti condizioni:

·      Ambiente di lavoro ubicate al  piano terra con  scarsa ventilazione naturale e artificiale e/o
·      Materiali di costruzione che rilasciano radon e con crepe o lesioni  dell’intonaco  e/o
·      Soluzioni di continuità del pavimento

Infatti il D.Lgs. 81/08 e s.m.i. stabilisce che:
·      la valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la  per la sicurezza e la salute dei lavoratori ( art, 28 comma 1)
·      la valutazione deve essere globale e documentata di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza  (art. 2 comma 1, lettera q)

Quale obbligo per il medico competente?

Collaborare alla valutazione dei rischi

E’ chiaro che l’obbligo  del medico competente non è quello di valutare direttamente il rischio, ma così come  afferma la sentenza della della Corte di Cassazione (n. 1856 del 15 gennaio 2013),   deve informare il datore di lavoro del pericolo, quest’ultimo avrà l’obbligo di valutare  se tale pericolo per le caratteristiche dell’attività lavorativa e delle condizioni degli ambienti di lavoro,  il radon rappresenta una fonte di rischio per la salute dei lavoratori.
Al fine di allontanare qualsiasi dubbio, la misurazione e il monitoraggio della concentrazione del  Radon rappresenta  la  valutazione più  oggettiva .

Di seguito 2 link per effettuare il download di utili documenti




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