lunedì 20 aprile 2015

Ipoacusia neurosensoriale quando denunciare/refertare/segnalare?

La valutazione dell’origine professionale di un ipoacusia occupazionale rappresenta uno degli argomenti di medicina del lavoro che frequentemente è  oggetto di discussione   tra i  medici competenti e su cui ancora   oggi persistono  opinioni e  posizioni diverse.
Sull’argomento in oggetto del post riporto di seguito  la  mia esperienza  frutto di 10 anni di lavoro in qualità di UPG del Servizio di Vigilanza ASL.
I dati indispensabili utili per una corretta valutazione sono i seguenti:
1 Il lavoratore deve essere esposto  a un livello di rumore  otolesivo
Il lavoratore deve essere stato esposto a rumore per un tempo congruo
3 la curva audiometrica osservata deve essere specifica, anche se il 40% delle curve risulta in discesa anziché la classica a “cucchiaio” ( Fonte Albera- Beatrice)

4 devono essere escluse altre cause
5 CONFRONTARE L'INNALZAMENTO DELLA SOGLIA DEL LAVORATORE CON I VALORI DI SOGLIA DELLA POPOLAZIONE NON ESPOSTA. Se la soglia del lavoratore è al di sotto della soglia della popolazione, l'ipoacusia riscontrata è dovuta all'età oltre che da cause ambientali, mentre se la soglia del lavoratore è superiore a quella della popolazione di riferimento allora l'alterazione riscontrata è di origine professionale.
6 valutare  se l’innalzamento della soglia audiometrica riscontrata può essere considerata  un danno permanente dell'organo dell'udito,.A tale scopo sono essere uti
lizzati diversi criteri tra cui il criterio Albera Beatrice e il criterio Merluzzi-Pira-Bosio.

Per il primo criterio è possibile valutare quale  danno permanente dell’organo dell’udito quando sommando le perdite in decibel  delle seguenti frequenza 0,5-1-2-3-4 kHz. e  dividendo la somma per 10 si ottiene un valore superiore a 25 DB medi.

Per il secondo criterio  è possibile valutare  un danno permanente all’organo dell’udito quando la soglia audiometrica riscontrata permette di classificare l’audiogramma nella classe 3B.

Quanto  scritto nei paragrafi precedenti trova riscontro nelle  linee guida SIMLII e  dalle raccomandazioni  per la prevenzione  dei rischi da rumore della regione  Piemonte.

Osservazione: Allo stato attuale  la soglia audiometrica del lavoratore deve essere confrontata con le soglie audiometriche della popolazione generale, differenziate per sesso, età e frequenza audiometriche. Le soglie audiometriche della popolazione generale sono rappresentate dai valori i della norma ISO/FDIS 7029 del 2000 i cui valori sono gli stessi dello Standard ISO 1999/90. Tali valori originano da studi epidemiologici condotti negli anni 1960-1975.

Visto che il rumore AMBIENTALE all'epoca era inferiore rispetto a oggi, sicuramente la soglia uditiva della popolazione generale è aumentata con l'aumento del rumore,  mi chiedo l’attendibilità di tali dati e se ha senso  ancora utilizzarli

Ho cercato altri riferimenti e ho trovato un altro database "Italiano" costruito da Merluzzi, Pira e Coll. relativo agli anni 1990-2000. Almeno per i lavoratori Italiani possiamo utilizzare questo database.

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