martedì 1 marzo 2016

Sorveglianza sanitaria per lavoratori che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati

Negli ultimi anni si sono verificati un numero sempre crescente di incidenti, spesso mortali, per attività lavorative svolte in ambienti definiti “sospetti di inquinamento o confinati”. Tali ambienti in Italia non hanno una definizione precisa e risulta necessario ricorrere  alla  normativa statunitense per avere una definizione di tali ambienti. 
Per la normativa statunitense,  si intende uno spazio confinato, uno spazio in cui sia possibile entrare completamente con il corpo, sia caratterizzato da una limitata possibilità di accesso/uscita e che non sia stato progettato per una permanenza continua di lavoratori.
 A queste condizioni, il NIOSH aggiunge, anche e quelle di una ventilazione naturale sfavorevole con possibile presenza e/o produzione di inquinanti.
Anche se non è presente una definizione italiana di ambiente confinato o sospetto di inquinamento, nell’ordinamento legislativo nazionale è da annoverare il DPR 177/2011.
Nel DPR si definiscono le linee generali di una vera e propria strategia di contrasto agli infortuni relativi, alle attività in tali ambienti e  all’articolo dedicato alle finalità e di ambito di applicazione, indica come ambienti sospetti di inquinamento e confinati gli ambienti di cui al  agli articoli :
66 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i " lavori in ambienti sospetti di inquinamento: pozzi   neri, fogne, camini, fosse, gallerie
121 D.Lgs. 81/08 e s.m.i presenza di gas negli scavi: pozzi, fogne, cunicoli, fosse in genere
e all’allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i Vasche, Canalizzazioni, Tubazioni, Serbatoi,         Recipienti, Silos

Inoltre tale DPR al comma 3 dell’articolo 3 stabilisce che Durante tutte le fasi delle lavorazioni in ambienti sospetti di inquinamento o confinati deve essere adottata ed efficacemente attuata una procedura di lavoro specificamente diretta a eliminare o,  ove impossibile, ridurre al minimo i rischi propri delle attività in ambienti confinati, comprensiva della eventuale fase di soccorso e di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale e dei Vigili del Fuoco. Tale procedura potrà corrispondere a una buona prassi, qualora validata dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

La commissione Consultiva Permanente ha elaborato un manuale pratico e al punto dedicato ai requisiti dei lavoratori indica che essi devono  essere idonei  alla mansione specifica;

A questo punto le domande da porsi sono:  a quali rischi specifici sono esposti i lavoratori che svolgono attività lavorative negli ambienti di cui al titolo dell'articolo?, quale protocollo di sorveglianza sanitaria deve essere redatto? e quali requisiti psicofisici devono possedere i lavoratori?
Tra i vari articoli pubblicati sull'argomento,   ho trovato molto interessante, il seguente articolo riportato sulla rivista GIMLE, volume XXXVII, n. 2, Aprile Giugno 2015. "La sorveglianza sanitaria per i lavoratori addetti ad attività in “ambienti sospetti di inquinamento” o confinati"

L'articolo,  prende in visione e approfondisce l’analisi dei rischi professionali e le condizioni fisiche e cliniche dei lavoratori operanti in “ambienti sospetti di inquinamento” o confinati, cerca di fornire suggerimenti utili, validi e pratici ai Medici Competenti ai fini di agevolarne il processo decisionale che porta all’emissione del giudizio d’ idoneità 
Gli autori giungono ai consigli sul giudizio di idoneità attraverso un percorso a step. Il primo passo del percorso è rappresentato dal paragrafo dedicato ai Rischi per le attività negli spazi confinati.
I principali rischi individuati sono: 
  • Rischio chimico: per l'utilizzo o la formazione di agenti chimici che possono essere causa di incendio, esplosioni, ustioni, danni acuti o cronici alla salute, asfissia ecc
  • Rischi da agenti Fisici in grado di determinare condizioni di stress tali da peggiorare le condizioni di lavoro: microclima, rumore, CEM, ROA ecc
  • Altri rischi come la: fatica mentale, fatica fisica o le  cadute di materiali, i  cedimenti strutturali delle condotte o delle camerette, schiacciamenti e/o traumi, incarceramento e/o intrappolamento, annegamento, utilizzo di attrezzature, difficoltà di accesso, dimensioni dell’ambiente, sviluppo in orizzontale o in verticale, difficoltà

Inoltre direttamente correlato con le caratteristiche  degli ambienti e gli spazi in cui si opera, gli autori riferiscono una aumentata    probabilità di interazione fra i rischi che  in particolari condizioni possono  amplificare (fino a una conclusione infausta) le conseguenze di un incidente che, se fosse avvenuto in un normale ambiente di lavoro, avrebbe portato a esisti diversi e meno gravi. 
Gli autori continuano il percorso verso il giudizio di idoneità fornendo utili informazioni sui  Requisiti psicofisici 
Naturalmente il requisito essenziale che tali lavoratori devono possedere è quello della buona salute,  devono essere adeguatamente addestrato,  e devono essere forti, agili e coordinati.

Nell'articolo sono riportate le  seguenti principali condizioni che possono essere incompatibili con l'attività lavorativa:

Cardiopatie ischemiche, ipertensione arteriosa non controllata, Diabete Mellito non controllato, assunzione di psicofarmaci e/o alcolici e(o stupefacenti, epilessia non ben controllata, disabilità dell'apparato locomotore, asma o patologie che interferiscono con la capacità di avvertire odori, le perdite di udito superiori a 40 dB a qualunque frequenza al di sotto degli 8 kH, acuità visiva inferiore a 6/10, Claustrofobia o attacchi di panico ecc.

Tenendo presente quanto già riportato gli autori  autori consigliano   i seguenti esami strumentali da inserire nel programma di sorveglianza sanitaria:
Spirometria
• Visiotest con test dei colori di Ishiara e test della ste
reopsi di Lang

• Audiometria
• Elettrocardiogramma 

Periodicità della visita medica: annuale
Quanto riportato rappresenta un estratto dell'articolo originario, per l'approfondimento è necessario leggere l'articolo completo

  
   

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