Negli
ultimi anni si sono verificati un numero sempre crescente di incidenti, spesso
mortali, per attività lavorative svolte in ambienti definiti “sospetti di inquinamento o confinati”. Tali ambienti in Italia non hanno una definizione precisa e risulta necessario ricorrere alla normativa statunitense per avere una definizione di tali ambienti.
Per la normativa statunitense, si intende uno spazio confinato, uno spazio
in cui sia possibile entrare completamente con il corpo, sia caratterizzato da
una limitata possibilità di accesso/uscita e che non sia stato progettato per
una permanenza continua di lavoratori.
A queste condizioni, il NIOSH aggiunge, anche
e quelle di una ventilazione naturale sfavorevole con possibile presenza e/o
produzione di inquinanti.
Anche se non è presente una definizione
italiana di ambiente confinato o sospetto di inquinamento, nell’ordinamento
legislativo nazionale è da annoverare il DPR 177/2011.
Nel DPR si definiscono le linee
generali di una vera e propria strategia di contrasto agli infortuni relativi,
alle attività in tali ambienti e all’articolo
dedicato alle finalità e di ambito di applicazione, indica come ambienti
sospetti di inquinamento e confinati gli ambienti di cui al agli articoli :
121 D.Lgs. 81/08 e s.m.i presenza di gas negli scavi: pozzi, fogne, cunicoli, fosse in genere
e all’allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i Vasche, Canalizzazioni, Tubazioni, Serbatoi, Recipienti, Silos
Inoltre
tale DPR al comma 3 dell’articolo 3 stabilisce che Durante tutte le fasi delle
lavorazioni in ambienti sospetti di inquinamento o confinati deve essere
adottata ed efficacemente attuata una procedura di lavoro specificamente
diretta a eliminare o, ove impossibile, ridurre al minimo i rischi propri delle
attività in ambienti confinati, comprensiva della eventuale fase di soccorso e
di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale e
dei Vigili del Fuoco. Tale procedura potrà corrispondere a una buona prassi,
qualora validata dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e
sicurezza sul lavoro ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
La commissione
Consultiva Permanente ha elaborato un manuale pratico e al punto dedicato ai
requisiti dei lavoratori indica che essi devono essere idonei alla mansione
specifica;
A questo punto le domande da porsi sono: a quali rischi specifici sono esposti i lavoratori che svolgono attività lavorative negli ambienti di cui al titolo dell'articolo?, quale protocollo di sorveglianza sanitaria deve essere redatto? e quali requisiti psicofisici devono possedere i lavoratori?
Tra i vari articoli pubblicati sull'argomento, ho trovato molto interessante, il seguente articolo riportato sulla rivista GIMLE, volume XXXVII, n. 2, Aprile Giugno 2015. "La sorveglianza sanitaria per i lavoratori addetti ad attività
in “ambienti sospetti di inquinamento” o confinati"
L'articolo, prende in visione e approfondisce l’analisi dei rischi professionali e le condizioni fisiche e cliniche dei lavoratori operanti in “ambienti sospetti di inquinamento” o confinati, cerca di fornire suggerimenti utili, validi e pratici ai Medici Competenti ai fini
di agevolarne il processo decisionale che porta all’emissione del giudizio d’ idoneità
Gli autori giungono ai consigli sul giudizio di idoneità attraverso un percorso a step. Il primo passo del percorso è rappresentato dal paragrafo dedicato ai Rischi per le attività negli spazi confinati.
I principali rischi individuati sono:
- Rischio chimico: per l'utilizzo o la formazione di agenti chimici che possono essere causa di incendio, esplosioni, ustioni, danni acuti o cronici alla salute, asfissia ecc
- Rischi da agenti Fisici in grado di determinare condizioni di stress tali da peggiorare le condizioni di lavoro: microclima, rumore, CEM, ROA ecc
- Altri rischi come la: fatica mentale, fatica fisica o le cadute di materiali, i cedimenti strutturali delle condotte o delle camerette, schiacciamenti e/o traumi, incarceramento e/o intrappolamento, annegamento, utilizzo di attrezzature, difficoltà di accesso, dimensioni dell’ambiente, sviluppo in orizzontale o in verticale, difficoltà
Inoltre direttamente correlato con le caratteristiche degli ambienti e gli spazi in cui si opera, gli autori riferiscono una aumentata probabilità di interazione fra i rischi che in particolari condizioni possono amplificare (fino a una conclusione infausta) le
conseguenze di un incidente che, se fosse avvenuto in un
normale ambiente di lavoro, avrebbe portato a esisti diversi e meno gravi.
Gli autori continuano il percorso verso il giudizio di idoneità fornendo utili informazioni sui Requisiti psicofisici
Naturalmente il requisito essenziale che tali lavoratori devono possedere è quello della buona salute, devono essere adeguatamente addestrato, e devono essere forti, agili e coordinati.
Nell'articolo sono riportate le seguenti principali condizioni che possono essere incompatibili con l'attività lavorativa:
Cardiopatie ischemiche, ipertensione arteriosa non controllata, Diabete Mellito non controllato, assunzione di psicofarmaci e/o alcolici e(o stupefacenti, epilessia non ben controllata, disabilità dell'apparato locomotore, asma o
patologie che interferiscono con la capacità di avvertire
odori, le perdite di udito superiori a 40 dB a qualunque frequenza al di sotto degli 8 kH, acuità visiva inferiore a 6/10, Claustrofobia o attacchi di panico ecc.
Tenendo presente quanto già riportato gli autori autori consigliano i seguenti esami strumentali da inserire nel programma di sorveglianza sanitaria:
• Spirometria
• Visiotest con test dei colori di Ishiara e test della stereopsi di Lang
• Audiometria
• Elettrocardiogramma
Periodicità della visita medica: annuale
Quanto riportato rappresenta un estratto dell'articolo originario, per l'approfondimento è necessario leggere l'articolo completo
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