martedì 5 maggio 2020

Cosa rispondere al Datore di lavoro che chiede di effettuare i test rapidi per Sars Cov_2

Il mercato dei test rapidi per la rilevazione delle immunoglobuline contro il Sars Cov_2 è nella fase “esplosiva”, per cui i datori di lavoro, “bombardati” da offerte commerciali, spesso al ribasso, contattano i medici competenti per l’effettuazione di tali test. 
Prima dell’acquisto dei test è necessario chiedersi:
Che cosa sono i test Rapidi?
I test rapidi sono test qualitativi finalizzati a individuare le IgM e IgG prodotte dall’organismo contro alcune proteine del virus. Vengono effettuati grazie a una goccia di sangue (o di siero ottenuto da un prelievo ematico) che fatta scorrere su una piccola lastra contenente proteine virali causa la comparsa di linee colorate nella cassetta di rilevazione.
I risultati possibili al test sono i seguenti:

NEGATIVO: una linea colorata appare nella zona della linea di controllo (C). Nessuna linea appare nell'area IgG e nell'area IgM.
IgG POSITIVO:  compaiono due linee colorate. Una linea colorata dovrebbe sempre apparire nell'area della linea di controllo (C) e un'altra linea dovrebbe trovarsi nell'area della linea IgG.

IgM POSITIVO vengono visualizzate due linee colorate. Una linea colorata dovrebbe sempre apparire nell'area della linea di controllo (C) e un'altra linea dovrebbe trovarsi nell'area della linea IgM.

IgG e IgM POSITIVO vengono visualizzate tre linee colorate. Una linea colorata deve sempre apparire nell'area della linea di controllo (C) e due linee di test devono trovarsi nell'area della linea IgG e nell'area della linea IgM.
La Comunità Scientifica come si è espressa sui Test Rapidi?
In merito all’attendibilità dei test, si riportano le indicazioni della Circolare del Ministero della Salute e del Comitato scientifico della SIML.
La circolare del Ministero della Salute del 03/04/2020, n. 11715 ha specificato che tali test, secondo il parere espresso dal Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile, non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei secondo i protocolli indicati dall’OMS.
Il risultato qualitativo ottenuto su un singolo campione di siero non è sufficientemente attendibile per una valutazione diagnostica, in quanto la rilevazione della presenza degli anticorpi mediante l’utilizzo dei test rapidi non è comunque indicativo di un'infezione acuta in atto e, quindi, della presenza di virus nel paziente e soprattutto della possibilità di un eventuale rischio associato a una sua diffusione nella comunità.
Inoltre:
·         per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini come altri coronavirus umani, il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della infezione da SARS-CoV2.
·         l’assenza di rilevamento di anticorpi (non ancora presenti nel sangue di un individuo per il ritardo che fisiologicamente connota una risposta umorale rispetto all’infezione virale) non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce o asintomatica e relativo rischio di contagiosità dell’individuo
 Il comitato scientifico della Società Italiana di Medicina del lavoro ha specificato che i test  sierologici rapidi per SARS-CoV-2 presentano sensibilità e specificità inferiore ai test sierologici indaganti la risposta umorale con tecnica ELISA. Pertanto, sulla base delle evidenze a oggi disponibili e in base al principio di appropriatezza, tali test non sono indicati per finalità diagnostiche e prognostiche ed epidemiologiche nell'attuale contesto emergenziale COVID-19.
Si segnala, inoltre, che un altro problema dei test qualitativi è la soggettività nel rilievo della positività, nel senso che la lettura delle bande per le IgG o le IgM è influenzata dall’esaminatore in quanto, spesso, tali bande sono di lieve entità e di difficile interpretazione.
Quali potrebbero essere le conseguenze del ricorso  ai test rapidi?
1.        Effettuare tali test per una vasta popolazione di lavoratori asintomatici e senza storia di contatti con persone covid positivi, determinerebbe risultati negativi nella maggior parte dei soggetti testati  o perché potrebbero non aver ancora contratto l’infezione Sars Cov_2  o perché potrebbero trovarsi nel cosiddetto periodo finestra della produzione di anticorpi. In quest’ultimo caso i lavoratori potrebbero già essere contagiosi e quindi trasmettere il virus. Tale condizione ci porrebbe da un lato nella stessa condizione  del non effettuare il tampone, dall’altro, tenendo conto del periodo finestra, nel doverli ripetere
2.       Se una parte dei lavoratori dovesse risultare positiva, la scarsa attendibilità dei test rapidi e le indicazioni della comunità scientifica imporrebbero che i lavoratori debbano, comunque, essere sottoposti al  tampone nasofaringeo. L’attivazione della procedura per  l’effettuazione del tampone, secondo la normativa vigente, può avvenire solo attraverso un percorso protetto e ben delineato in una Struttura Pubblica. In assenza di tale procedura l a sola conoscenza della positività alle immunoglobuline porrebbe dubbi sul prosieguo dell’attività lavorativa del lavoratore e sulla necessità di individuare eventuali successivi contatti.
Il medico competente è impossibilitato ad esprimere il giudizio di idoneità alla mansione perché consapevole delle “limitazioni” dei test rapidi, non ha modificato il protocollo di sorveglianza sanitaria con l’indicazione della visita medica ai sensi dell’articolo 41 del Decreto Leg. 81/08

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