lunedì 21 marzo 2016

Trasmissione del certificato di malattia professionale per via Telematica

Dal  22 marzo 2016, grazie al  Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151,  il  medico che effettua la diagnosi di malattia professionale deve trasmettere per via telematica  il certificato di malattia professionale .

Per consentire l’invio telematico dei certificati, sul sito dell'INAIL  è disponibile un’apposita procedura per la registrazione e la profilazione dei medici e delle strutture sanitarie che, nello svolgimento della propria attività, interagiscono con l’Istituto per l’invio del certificato medico di infortunio o di malattia professionale.

Al seguente link è possibile leggere le modalità di trasmissione del certificato di malattia professionale per via telematica


http://www.inail.it/internet/default/INAILcomunica/ArchivioPostIt/p/DettaglioPostIt/index.html?wlpT1820082401389373593440_contentDataFile=UCM_220439&_windowLabel=T1820082401389373593440

giovedì 10 marzo 2016

Silice libera Cristallina, Effetti sulla salute, Sorveglianza Sanitaria e Registro degli esposti

Che cosa è la Silice?
La silice è il nome dato ad un gruppo di minerali composti da silicio e ossigeno. Si trova comunemente allo stato cristallino, ma talvolta viene localizzata in uno stato amorfo.
Tra le due forme di silice,  quella correlata agli effetti dannosi per la salute dei lavoratori è la forma cristallina.
Che cosa si intende per Silice Libera Cristallina?
 Per silice libera cristallina si intendono comunemente le 3 seguenti forme:
Quarzo
Cristobalite
Tridimite
Il quarzo è di gran lunga la forma di silice cristallina più comune.
La cristobalite e la tridimite non sono abbondanti in natura.
A livello industriale, la cristobalite si ottiene anche riscaldando il quarzo a temperature superiori a 1400°C.  La cristobalite viene inoltre formata riscaldando la silice amorfa o vetrosa a temperature elevate. 
 Quale settore lavorativo conta il maggior numero di esposti?
Nel rapporto dello SHEcan viene riportato una stima del numero di lavoratori potenzialmente esposti a SLC nell’Unione Europea, pari a 5.300.000 di cui BEN 4 milioni nel settore Edilizio.
Oltre al settore edilizio, è possibile un’esposizione a silice anche per i lavoratori delle fonderie, della fabbricazione di mattoni e piastrelle/mattonelle,  delle vetrerie, dell’industria della fornitura di gas,  dell’acqua, dell’elettricità, delle cave,  delle gallerie ecc.

Quali sono le modalità di interazione della silice libera cristallina con l'organismo umano?
Anche se la silice penetra  nell’organismo per via inalatoria attraverso le  tre frazioni di polvere,  la frazione di polvere respirabile è la più importante per via dei suoi potenziali effetti sulla salute dell'uomo.

Quali sono i meccanismi di azione  proposti?
In seguito all’inalazione della silice libera cristallina i macrofagi alveolari si attivano   per  fagocitare la particella e portarla fuori dagli alveoli. Purtroppo spesso la particella di silice provoca la morte dei macrofagi venendo  liberata e ri- fagocitata da un altro macrofago. Tutto ciò è causa di un  un ciclo continuo di fagocitosi, attivazione  e rilascio.  Durante questo ciclo sono liberate in continuo citochine ,  chemochine, fattori di crescita,  ossidanti, specie reattive dell’ossigeno ( anione superossido, radicale ossidrile, acqua ossigenata)  e alcune specie reattive dell’azoto, tra cui l’ossido nitrico.  
Tutti questi fattori sono responsabili sia dell’infiammazione cronica  e sia della fibrosi.

Quali sono le patologie associate alla silice?
Al momento le patologie associate ad esposizione alla silice cristallina possono essere riassunte in:
Malattie Polmonari
Silicosi
Associazione Tubercolosi polmonare e Silicosi  (Incidenza 3-10 volte maggiore in soggetti con silicosi rispetto a non esposti a silice)
Bronchite Cronica e ostruzione delle vie aeree
Cancro del Polmone

Malattie extrapolmonari  ( per alcune di esse  è necessario un approfondimento scientifico, Lista II (limitata probabilità) "tabelle"malattie professionali)
Sclerodermia
Artrite Reumatoide
Lupus Eritematoso sistemico
Polimiosite- Dermatomiosite
Patologia renale ( Glolerulonefriti)

Esiste una dose soglia per lo sviluppo di Silicosi?

L’ACGIH  raccomanda  il  limite di 0,025 mg/mc  come limite  da non superare  per   escludere nel 100 % dei lavoratori la  sviluppo della silicosi.
In Europa,  la Commissione Scientifica per i Livelli di Esposizione Occupazionale (SCOEL)  ha dichiarato che dal momento non è possibile identificare una chiara soglia per lo sviluppo della silicosi, ogni riduzione dell’esposizione ridurrà il rischio di silicosi  per tale motivo viene raccomandato un valore limite occupazionale inferiore a 0.05 mg/m 3

Quale correlazione tra silicosi e Cancro del Polmone?
La IARC nel 1997 ha classificato la frazione respirabile della silice libera cristallina come carcinogeno di gruppo 1..   E' da evidenziare che tale effetto  non è stato rilevato in tutte le realtà industriali. 
Dopo la classificazione della IARC, sono seguite numerose indagini epidemiologiche a cui sono giunte conclusioni non univoche. Alcuni studi indicano un aumentato rischio di neoplasia polmonare, altri restringono tale associazione agli individui con silicosi e altri ancora non evidenziano alcuna associazione.
Per quanto riguarda il meccanismo di azione, La IARC afferma che  Il meccanismo di azione sia di tipo indiretto tramite l’infiammazione cronica
Secondo la Commissione Scientifica per i Livelli di Esposizione Occupazionale (SCOEL) il principale effetto nell’uomo conseguente all’inalazione di silice cristallina respirabile è la silicosi - c’è una sufficiente evidenza per concludere che il rischio relativo di tumore del polmone è incrementato in soggetti con silicosi (e apparentemente, non in soggetti senza silicosi esposti a polvere di silice ) - pertanto, prevenendo l’insorgenza della silicosi si ridurrà il rischio di tumore

A questo punto le domande che nascono spontanee sono le seguenti?

1. A quale livello di esposizione a silice deve essere attivata la sorveglianza sanitaria?
2. Quale protocollo di sorveglianza sanitaria deve essere redatto?
3. Per i  lavoratori esposti  a silice e’ obbligatorio predisporre e redigere il registro cancerogeni?
Punto 1:  La letteratura specifica propone di attivare la sorveglianza sanitaria nei casi in cui la misurazione della frazione respirabile di silice sia inferiore al limite indicato dalla ACGIH (0,025mg/m3).
Purtroppo  per vari motivi Il medico competente  spesso non è in possesso di tali valutazioni.   In tali casi, la decisione di effettuare la sorveglianza sanitaria dipende dalla conoscenza  e valutazione  integrata di molte variabili , tra cui: il  tipo di attività, le  modalità, la frequenza , la durata di esposizione e i dati  di letteratura del comparto.
Punto 2 
Riferimenti normativi utili per redigere il protocollo di sorveglianza sanitaria
D.P.R. 1124/65, capo 8
D. Lgs. 230/95, art. 111, comma 6 “
D. Lgs. 187/00, art. 4
D. Lgs. 81/2008, art. 25 comma 1 lettera b, art.  229, comma 4 “

Tra i vari protocolli proposti in letteratura si riporta quello del NIS. Riferimenti normativi
Visita preventiva
Visita medica,

Rx torace secondo i criteri ILO / BIT
 Spirometria completa di VR e DLCO,

Verifica dell’assenza di malattia tubercolare in atto in base a valutazioni cliniche ed epidemiologiche
Visita periodiche
Visita medica annuale
Spirometria semplice  annuale
Rx torace ILO/BIT ogni 5 anni per i primi 20 anni di esposizione , successivamente ogni 2 anni;
 ( se disponibili dati di monitoraggio ambientale: 
 1. Ogni 2 anni per valori superiori a 0,05 mg/m3 e inferiori a 0,1 mg/m3,
2 Ogni 5 anni per valori compresi tra 0,025 mg/m3 e 0,05 mg/m3 fino a 20 anni di esposizione, poi ogni 2 anni)
Test Mantoux in base a valutazioni cliniche ed epidemiologiche

Punto 3
Tenendo conto  della pubblicazione della Direttiva 2398/2017, in vigore dal 17/01/2018,  ma che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il  17/01/2020, e ritenuto che tale direttiva ha inserito nell'allegato 1 ( elenco delle sostanze, miscele e processi cancerogeni e mutageni) la silice libera cristallina, sarebbe auspicabile attivare il registro degli agenti cancerogeni anche prima del recepimento della Direttiva.


Bibliografia: 
GIMLE, volume XXXIV N. 3  Luglio settembre 2012. Esposizione a silice libera cristallina in edilizia:   Valutazione degli effetti biologici. E. Pira P.G. Piolatto
Relazioni Convegno Network Italiano Silice Tirrenia 18 Maggio 2007
Esposizione a silice e rischio di neoplasia polmonare: documento di consenso del Direttivo Nazionale della SIMLII 
Linee guida nell'esposizione professionale a silice libera cristallina Regione Toscana
Linee Guida NIS " Sorveglianza sanitaria e accertamenti diagnostici sui lavoratori esposti"







            

martedì 1 marzo 2016

Sorveglianza sanitaria per lavoratori che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati

Negli ultimi anni si sono verificati un numero sempre crescente di incidenti, spesso mortali, per attività lavorative svolte in ambienti definiti “sospetti di inquinamento o confinati”. Tali ambienti in Italia non hanno una definizione precisa e risulta necessario ricorrere  alla  normativa statunitense per avere una definizione di tali ambienti. 
Per la normativa statunitense,  si intende uno spazio confinato, uno spazio in cui sia possibile entrare completamente con il corpo, sia caratterizzato da una limitata possibilità di accesso/uscita e che non sia stato progettato per una permanenza continua di lavoratori.
 A queste condizioni, il NIOSH aggiunge, anche e quelle di una ventilazione naturale sfavorevole con possibile presenza e/o produzione di inquinanti.
Anche se non è presente una definizione italiana di ambiente confinato o sospetto di inquinamento, nell’ordinamento legislativo nazionale è da annoverare il DPR 177/2011.
Nel DPR si definiscono le linee generali di una vera e propria strategia di contrasto agli infortuni relativi, alle attività in tali ambienti e  all’articolo dedicato alle finalità e di ambito di applicazione, indica come ambienti sospetti di inquinamento e confinati gli ambienti di cui al  agli articoli :
66 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i " lavori in ambienti sospetti di inquinamento: pozzi   neri, fogne, camini, fosse, gallerie
121 D.Lgs. 81/08 e s.m.i presenza di gas negli scavi: pozzi, fogne, cunicoli, fosse in genere
e all’allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i Vasche, Canalizzazioni, Tubazioni, Serbatoi,         Recipienti, Silos

Inoltre tale DPR al comma 3 dell’articolo 3 stabilisce che Durante tutte le fasi delle lavorazioni in ambienti sospetti di inquinamento o confinati deve essere adottata ed efficacemente attuata una procedura di lavoro specificamente diretta a eliminare o,  ove impossibile, ridurre al minimo i rischi propri delle attività in ambienti confinati, comprensiva della eventuale fase di soccorso e di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale e dei Vigili del Fuoco. Tale procedura potrà corrispondere a una buona prassi, qualora validata dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

La commissione Consultiva Permanente ha elaborato un manuale pratico e al punto dedicato ai requisiti dei lavoratori indica che essi devono  essere idonei  alla mansione specifica;

A questo punto le domande da porsi sono:  a quali rischi specifici sono esposti i lavoratori che svolgono attività lavorative negli ambienti di cui al titolo dell'articolo?, quale protocollo di sorveglianza sanitaria deve essere redatto? e quali requisiti psicofisici devono possedere i lavoratori?
Tra i vari articoli pubblicati sull'argomento,   ho trovato molto interessante, il seguente articolo riportato sulla rivista GIMLE, volume XXXVII, n. 2, Aprile Giugno 2015. "La sorveglianza sanitaria per i lavoratori addetti ad attività in “ambienti sospetti di inquinamento” o confinati"

L'articolo,  prende in visione e approfondisce l’analisi dei rischi professionali e le condizioni fisiche e cliniche dei lavoratori operanti in “ambienti sospetti di inquinamento” o confinati, cerca di fornire suggerimenti utili, validi e pratici ai Medici Competenti ai fini di agevolarne il processo decisionale che porta all’emissione del giudizio d’ idoneità 
Gli autori giungono ai consigli sul giudizio di idoneità attraverso un percorso a step. Il primo passo del percorso è rappresentato dal paragrafo dedicato ai Rischi per le attività negli spazi confinati.
I principali rischi individuati sono: 
  • Rischio chimico: per l'utilizzo o la formazione di agenti chimici che possono essere causa di incendio, esplosioni, ustioni, danni acuti o cronici alla salute, asfissia ecc
  • Rischi da agenti Fisici in grado di determinare condizioni di stress tali da peggiorare le condizioni di lavoro: microclima, rumore, CEM, ROA ecc
  • Altri rischi come la: fatica mentale, fatica fisica o le  cadute di materiali, i  cedimenti strutturali delle condotte o delle camerette, schiacciamenti e/o traumi, incarceramento e/o intrappolamento, annegamento, utilizzo di attrezzature, difficoltà di accesso, dimensioni dell’ambiente, sviluppo in orizzontale o in verticale, difficoltà

Inoltre direttamente correlato con le caratteristiche  degli ambienti e gli spazi in cui si opera, gli autori riferiscono una aumentata    probabilità di interazione fra i rischi che  in particolari condizioni possono  amplificare (fino a una conclusione infausta) le conseguenze di un incidente che, se fosse avvenuto in un normale ambiente di lavoro, avrebbe portato a esisti diversi e meno gravi. 
Gli autori continuano il percorso verso il giudizio di idoneità fornendo utili informazioni sui  Requisiti psicofisici 
Naturalmente il requisito essenziale che tali lavoratori devono possedere è quello della buona salute,  devono essere adeguatamente addestrato,  e devono essere forti, agili e coordinati.

Nell'articolo sono riportate le  seguenti principali condizioni che possono essere incompatibili con l'attività lavorativa:

Cardiopatie ischemiche, ipertensione arteriosa non controllata, Diabete Mellito non controllato, assunzione di psicofarmaci e/o alcolici e(o stupefacenti, epilessia non ben controllata, disabilità dell'apparato locomotore, asma o patologie che interferiscono con la capacità di avvertire odori, le perdite di udito superiori a 40 dB a qualunque frequenza al di sotto degli 8 kH, acuità visiva inferiore a 6/10, Claustrofobia o attacchi di panico ecc.

Tenendo presente quanto già riportato gli autori  autori consigliano   i seguenti esami strumentali da inserire nel programma di sorveglianza sanitaria:
Spirometria
• Visiotest con test dei colori di Ishiara e test della ste
reopsi di Lang

• Audiometria
• Elettrocardiogramma 

Periodicità della visita medica: annuale
Quanto riportato rappresenta un estratto dell'articolo originario, per l'approfondimento è necessario leggere l'articolo completo